Note di sala

Il Sassofono, conosciuto ed apprezzato nella musica jazz, viene proposto in duo con il Pianoforte con un repertorio classico.

Sono molti i compositori che hanno scritto per questo strumento rimanendo affascinati dal suono vellutato, dalla luminosità del timbro e dalle vibrazioni misteriose, come affermò Hector Berlioz, dando luogo alla formazione di un vasto repertorio di musica da camera, nonché l’impiego come solista in orchestra dopo il brevetto di Adolphe Sax nel 1846 a Parigi ed il diffondersi della scuola di Marcel Mule, primo insegnante al CNSM di Parigi dal 1942 al 1968.

Ciò conferma i presupposti di Adolphe Sax,  di creare uno strumento che per carattere  di voce e flessibilità di suono possa essere paragonato ad uno strumento ad arco, ma che possieda più forza ed intensità. 

I programmi proposti comprendono alcuni brani del repertorio classico del sassofono, frutto dell’interesse che alcuni compositori francesi del novecento ebbero per le inedite sonorità di questo strumento. Alcuni di questi sono stati composti per Marcel Mule , capostipite della scuola di sassofono classico in Francia e nel mondo, concertista  e docente, altre composizioni sono opera di sassofonisti jazzisti di fama internazionale.                                                                                                                                                         

 

 

Jules Auguste Demersseman (Hondschoot- Belgio 1833- Parigi 1866)

Compositore e flautista . Noto per le sue composizioni vistuose per flauto, compose la Fantasia su un tema originale per sassofono contralto e pianoforte negli anni successivi al brevetto del sassofono da parte di Adolphe Sax. (6’30”)

 

Charles Koechlin (Parigi 1867-1950)

Compositore e teorico francese,compose  fra il 1942 e il 1944,  15 studi per sassofono contralto e pianoforte. Di breve durata , accattivanti nell’ascolto, e di grande utilità nella didattica poiché evidenziano tecniche specifiche. N° 2 (con grazia) nel legato e nell’amalgama della sonorità, è di una leggerezza elegante e raffinata , n°3 (vivo) è basato sugli arpeggi. (4’,80”)

 

Claude Debussy (1862-1918)

Compose la Rapsodia per Sassofono Contralto e Orchestra nel 1904 su commissione di Madame Elise Hall , presidente della Boston Sinphony  Orchestra. E’ una delle pagine piu’ belle del repertorio del Sassofono e, nella versione con il pianoforte, gran parte degli assoli dell’orchestra vengono trascritti al Sassofono.  Debussy, compositore appartenente alla corrente impressionista quindi, impressione che viene fuori attraverso i suoni “ dipingere attraverso i suoni “. Elementi fondamentali della composizione sono i colori, i timbri, variazioni ritmiche, alternanza e contrapposizione del tempo 2/4 con il tempo 6/8, melodie non ben definite “come osservare un dipinto dai contorni sfumati “ .  (10’)

 

George  Bizet (Parigi 1835 – 1875)

Nella 2° Suite d’Orchestra dell’Arlesienne (1872), nell’Intermezzo, introduce una parte solista di grande respiro e liricità affermando che “ solo il sassofono poteva esprimere tenerezza e passione sfumate di continua riservatezza “ .

Modest Mussorgsky (Karevo-Pskov 1839-Pietroburgo 1881).

Quadri di un’Esposizione composti nel 1874 per pianoforte. Maurice Ravel nella orchestrazione del secondo quadro “Il vecchio Castello”, affida il “solo” al sassofono contralto ritenendo che “nessun altro strumento avrebbe reso quell’atmosfera cosi fiabesca”.

Maurice Ravel (Ciboure 1875-Parigi 1937) 

Nell’orchestrazione del Bolero(1928) , musiche di scena commissionate per un balletto  dalla danzatrice Ida Rubistein, affida il “solo” nella partitura originale ai sassofoni sopranino, soprano e tenore. ( 13’ )

 

 

George Gershwin (1898 – 1937 )

Compositore e pianista americano vissuto in piena età del jazz è melodista schietto e geniale.  Summertime, It ain’t necessarily so e Bess, you is my woman hanno un sapore decisamente americano e riassumono alcuni temi dell’opera  Porgy and Bess dove egli tratta soggetti e melodie popolari ispirandosi ai Negro Spirituals. (7’)

 

 

 

Phil Woods (Massachusetts 1931)

Sassofonista e clarinettista jazzista statunitense , erede del grande Charlie Parker, compone la Sonata per Sax Alto e Pianoforte nel 1980 per il suo amico sassofonista Victor Morosco. La composizione spazia dal classico al jazz con momenti di liricità e  improvvisazioni lasciando molta libertà agli esecutori. Oltre all’improvvisazione gli esecutori possono  assumere un atteggiamento creativo nella preparazione e rappresentazione dell’opera; questa è la vera idea di Phil Woods. Il 1° movimento, nei tempi  moderato- faster, conclude con un bisacuto; il 2° slowly, il 3° moderato ed il 4° freely seguono senza soluzione di continuità.  (16’)

 

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Pedro Iturralde (Falces-Spagna 1929)

Compositore e sassofonista classico e jazz.

Compone la Suite Ellenica nel 1994 probabilmente durante una tourneè in Grecia prendendo spunti dal jazz , dal funky ed inserendo anche danze provenienti dal folklore di questo paese.

 Si sviluppa nei movimenti Kalamatianos, Funky, Valzer, Kritis. (10’)

 

 

Darius Milhaud (Aix en Provence 1892-Ginevra 1974)

Compositore francese , compose la Suite Scaramouche per Sassofono Contralto e Orchestra nel 1936 per Marcel Mule. E’ uno dei brani piu’ eseguiti e risente dell’influenza della musica popolare e del folklore brasiliano poiché  Milhaud dal 1916 al 1918 fu’ segretario all’ambasciata di Francia a Rio de Janeiro.

Di tutti i musicisti francesi, Milhaud è il più mediterraneo.

Il sassofono comparve per la prima volta nella sua opera “ La Creazione del Mondo “ (1923) basata su influenze del jazz. L’eloquenza dello strumento e la luminosità del timbro attirò Milhaud a comporre per Marcel Mule la Suite Scaramouche per Sassofono Contralto e Orchestra, successivamente arrangiata anche per due pianoforti. L’opera, ricordo del suo soggiorno a Rio, si sviluppa essenzialmente in tre frasi colorite di ritmi e danze brasiliane che, nei movimenti allegro, moderato e nella samba finale brasileira, costituiscono un eccellente esempio di influenza Sud-Americana. (9’ 30”)

 

 

Raymond Gallois – Montbrun ( Saigon 1918 – Parigi 1994)

Compositore e violinista francese , compose i Sei Pezzi Musicali per sassofono contralto e pianoforte nel 1954 . n.1 ballade , bellezza della sonorità; n.2 (vivo) sullo sviluppo dei trilli; n.3 (rondò) sullo staccato; n.5 (valzer) tema caratterizzato da cromatismi- la melodia si sviluppa su misure in tempo ternario, binario e quaternario; n.6 (vivo ) sulla velocità. Anche questi studi, di breve durata , sono accattivanti, di grande utilità nella didattica poiché mettono in evidenza tecniche specifiche.

 

 

 

 

Eugéne Bozza ( Nizza 1905 – Valenciennes 1991)

Compositore e direttore d’orchestra francese.

Grande Prix de Rome nel 1934, è stato il compositore di musica per strumenti a fiato più famoso e più ispirato in Francia. Tra le sue opere, intorno agli anni trenta, si contano una ventina di composizioni per sassofono. Improvisation et Caprice per sassofono solo, composto intorno agli anni quaranta, mette in evidenza la versatilità del sassofono nell’aspetto melodico e tecnico: molto espressivo e a carattere improvvisativo il primo movimento, virtuoso il secondo. (4’)

 

Paul  Bonneau ( 1918 – 1955 )

Compositore e Direttore d’Orchestra francese.

Compone “ Caprice en forme de valse “ per Marcel Mule nel 1950.

Il brano per sassofono solo è costituito da più temi arricchiti da variazioni, abbellimenti e virtuosismi. (5’)

 

Jaques Ibert ( Parigi 1890 – ivi 1962 )

Compositore francese, fu  direttore dell’Accademia di Francia e vinse il Grand Prix de Rome.

Visse in un periodo caratterizzato da grandi discorsi innovatori; non aderendo ad un rinnovamento radicale, fu seguace della scuola impressionista e sensibile al neoclassicismo. Il suo stile elegante nella forma, conciso nella espressione e legato alla tradizione compositiva francese, predilige la qualità e la chiarezza del discorso musicale.

Il Concertino da Camera per sassofono contralto e 11 strumenti, composto nel 1935 per il sassofonista tedesco Sigurd Racher, formato dai movimenti Allegro con moto,  Larghetto – Molto animato (compresa una breve cadenza), è sicuramente una delle più difficili opere del repertorio per sassofono, in ragione del grado di perfezione tecnica che essa esige: bellezza del suono, chiarezza e intelligibilità della dizione, leggerezza e rapidità dello staccato, corretta intonazione, finezza del vibrato, regolarità del ritmo, agilità delle dita, scioltezza e carattere dell’esecuzione.

Il I° Mov.(allegro con moto) si presenta con una breve ed incisiva introduzione seguita dal tema, chiaro e conciso esposto dal solista e successivamente dall’orchestra a vari livelli sonori.

Il 2° Mov.(larghetto), introdotto da un breve recitativo, è molto dolce ed espressivo e caratterizzato da ricche armonie dell’orchestra che in contrappunto accenna elementi tematici del 3° Mov.(molto animato) dove primo e secondo tema vengono chiaramente esposti dall’orchestra e dal solista; una cadenza breve, incisiva e di effetto, precede la ripresa del tema iniziale per poi concludere nella coda dove si riassumono frammenti dei temi principali.

E’ più un concerto per flauto che per sassofono. L’opera è presumibilmente influenzata dal 2° Concerto Brandeburghese di J.S.Bach, dal Concerto in Sol di M.Ravel e dal Concerto per flauto(1934) dello stesso Ibert. (13’)

 

Heitor Villa-Lobos (Rio del Janeiro 1887 – ivi 1959)

Compositore, direttore d’orchestra e didatta brasiliano.

Autorevole rappresentante della musica brasiliana, ebbe profonda influenza dalla musica popolare in seguito ad una serie di viaggi nelle province brasiliane. Importanti per la sua carriera furono l’incontro con Arthur Rubistein, Darius Milhaud, e la vincita di una borsa di studio che gli permise di stabilirsi in Europa principalmente a Parigi. Gran parte della produzione musicale di Villa-Lobos è di ispirazione folkloristica e coreografica; importanti sono i suoi Choros . Egli volle fondere l’esperienza barocca europea nel folklore brasiliano con un nuovo genere: le Bachianas Brasileiras.

Nella sua musica si riscontra spirito improvvisativo, spontaneità, grande energia ritmica, strumentazioni ricche di variazioni, luminosità e colori. Il suo canto risente inoltre del sistema tonale e ritmico portoghese, di influenze negre, tratti caratteristici del jazz attraverso l’esperianza nord americana, e di movenze più classiche della letteratura musicale spagnola.

Il sassofono è presente in gran parte della produzione di musica da camera e nell’orchestra; egli ebbe modo di ascoltare questo strumento da Marcel Mule durante la permanenza a Parigi ed è proprio per lui che, nel 1948, scrisse la Fantasia op.630 per sassofono soprano e orchestra dopo essere rimasto affascinato dalle sonorità di questo strumento.

Il brano risente dell’influenza della musica popolare brasiliana ed è uno dei più difficili del repertorio classico per sassofono soprano: il 1° Mov.(animato), dopo una breve ed incisiva introduzione affidata all’orchestra, ne evidenzia il timbro in tutta l’estensione alternando colorite melodie a passaggi che si sviluppano su accordi; il 2°Mov.(lento) introdotto da un tema appassionato affidato alla viola e ripreso dal solista che vi interpone dei cromatismi; un inciso del 1°Mov. introduce il 3° (animato molto) di carattere virtuoso. (10’)